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Ben:Respira, Benjamin Mascolo: “Ho avuto paura di mostrarmi per come sono”

Abbiamo intervistato il cantante e attore in occasione dell’uscita del docu-film su Amazon Prime Video

Una storia di grande ispirazione, di speranza, di resilienza, di determinazione ma anche di amore. Quell’amore che ti cambia la vita, le priorità e la prospettiva sul mondo. Quell’amore profondissimo che ti fa cancellare qualsiasi tristezza, insicurezza ma, al contrario, ti regala la forza per superare qualsiasi ostacolo. Un amore che sa di famiglia. Una storia, accompagnata da una sincerità disarmante, di un ragazzo che lotta contro una malattia – Istiocitosi X, che colpisce i polmoni – ma che nonostante ciò ha come obiettivo quello di correre la maratona di New York anche se il medico è stato chiaro ‘vietato fare sforzi’. Sì, perché non avere piani B ti costringe a concentrarti ad a lavorare solo sul piano A. E non importa se non raggiungi il risultato, l’importante è averci lavorato e provato ogni singolo giorno della tua vita. Benjamin Mascolo ha deciso di raccontarsi senza filtri, tirando fuori i suoi lati più intimi, in Ben: Respira, dal 12 novembre su Amazon Prime Video. Il docu-film Amazon Original – tra sfide, successi e sogni – porta gli spettatori in un lungo viaggio attraverso la vita di Benji; dall’Italia a Los Angeles e New York, partendo dall’esperienza traumatica della malattia e scoprendo le sue ambizioni, gli ostacoli che ha incontrato nella sua scalata verso il successo e la sua determinazione e forza di volontà per superarli; oltre alle sue relazioni più profonde e ai suoi valori: l’amicizia, la famiglia, l’amore.Nel cast, accanto al cantante conosciuto e amato con il nome d’arte B3N, anche la sua futura moglie Bella Thorne

Abbiamo intervistato Benjamin Mascolo su Zoom in collegamento da Los Angeles, ecco cosa ha raccontato:

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IL CORAGGIO DI RACCONTARSI SENZA FILTRI

Questo documentario non vuole raccontare quello che ho raggiunto perché ho ancora tanto da fare. Volevo fare qualcosa che andasse oltre il personaggio B3n/Benjamin. Spero che questo lavoro dia il coraggio ad altre persone di combattere la propria battaglia, diversa dalla mia, e che possa aiutare ad affrontare i demoni. ‘Ben: Respira’ non è su di me, io sono il veicolo di questo messaggio. Sono orgoglioso del risultato. Quando mi mettevo davanti la telecamera per le interviste è stato difficile raccontarsi. Io credo che tutti noi abbiamo un’armatura o una maschera che indossiamo in diverse occasioni. Per quanto io voglia essere onesto, quando sei davanti a una telecamera, è facile alzare una barriera. E durante i primi mesi di riprese, quando iniziavo a fare le interviste, era difficile per me esprimermi e aprirmi completamente perché avevo paura di farmi vedere per chi ero. Il regista (Gianluigi Carella, ndr) è stato bravo a prendermi nel momento giusto e nell’ambiente giusto con le barriere abbassate. Bella, invece, la metti davanti a una telecamera o la togli ed è sempre la stessa persona. Anche mia mamma è così. Grazie al documentario ho scoperto cose che non sapevo neanche io di me e della mia malattia. Forse per il trauma avevo rimosso dei ricordi. Parlare con lei in questo doc mi ha fatto scoprire tante cose di me. Ho imparato tanto durante la lavorazione, è stata un’esperienza importante“.

LE PAURA, LA MALATTIA E LA MARATONA

Emotivamente la mia più grande paura è quella di non essere amato. Per quanto riguarda la maratona e in generale questa esperienza legata alla malattia la mia più grande paura era quella di fallire, quella di pormi un obiettivo che sul momento era più grande di me. Ci sono voluti sei anni dopo la malattia per poter dire a me stesso voglio provarci e voglio provarci veramente. E questo perché avevo paura – ci ha raccontato Benjamin –  ma nonostante tutto penso che un uomo scopra chi è veramente quando affronta le proprie paure. L‘idea della corsa  è nata quando ho iniziato a pensare ‘qual è la cosa che odio di più?’: per me era correre perché per me significava soffrire, significava rischiare di fallire. Quindi era giusto affrontare questa maratona con questo coraggio. Avevo tolto l’idea del fallimento dalla mia testa ma avrei potuto non riuscirci soprattutto dopo tutto quello che ho passato. Parlando con il regista noi avevamo deciso che se avessi fallito di correre la maratona avremmo fatto vedere il fallimento nel documentario perché è il messaggio che voglio mandare non è ‘ho sfidato me stesso è ho vinto’ ma ‘ho sfidato me stesso e ci ho provato fino in fondo’ e già questa è una vittoria. Quindi non importa se nel doc non si sa se ho partecipato o meno alla maratona“.

L’IMPORTANZA DI ACCETTARE LE NOSTRE IMPERFEZIONI

È difficile accettarsi e abbiamo tutti le imperfezioni. In tutta la mia vita ho sempre cercato di nascondere le imperfezioni e di apparire in maniera diversa, migliore. I social network, per esempio, sono un mezzo di comunicazione molto potente che però spesso danno un’immagine di sé che non è quella vera, un’immagine perfetta e molto studiata. Da quando ho conosciuto Bella ho iniziato ad accettare più me stesso perché mi sono reso conto che lei mi ama per quello che sono. Questo mi ha dato la forza e il coraggio di coltivare quei lati di me che non volevo affrontare. Ed è proprio in quei quegli aspetti di che spesso troviamo delle particolarità di noi che ci rendono unici, speciali. Per esempio, io paragonavo la mia voce con quella di altri, sminuendo il mio talento e sentendomi inferiore. Poi mi sono reso conto che non è importante solo la bellezza della voce ma anche il sentimento che ci metti dentro. Quindi vorrei dire ai giovani di coltivare le imperfezioni!“.

IL TALENTO NON È TUTTO

Nella società in cui viviamo oggi il talento viene considerato come un fattore dominante: o ce l’hai o non ce l’hai. Ho incontrato persone che mi hanno detto ‘anche io canto’ ma quando gli chiedo di farmi sentire qualcosa mi rispondono ‘io non ho il tuo talento’. Secondo me la differenza la fa il lavoro quotidiano, per me è così nella musica, nello sport, nell’imprenditoria e in tutti gli ambiti. Quando ho conosciuto Fede, agli inizi della nostra carriera, prendevamo il nostro lavoro e prendevano musica come una passione e un hobby, come è giusto che fosse perché eravamo giovani. Un episodio che ci ha cambiato la carriera è quando siamo stati esclusi da Sanremo Giovani ma anche da Amici e da X-Factor. Scartati da tutte le parti. Così abbiamo deciso di vederci tutti i giorni per lavorare sulla musica. Ed è lì che abbiamo avuto la crescita più grande e abbiamo iniziato ad emergere. E alla fine siamo arrivati all’Arena di Verona. Quindi il talento è un fattore ma non è così importante“.

L’AMORE DELLA VITA: BELLA THORNE

Da quando sto con Bella le mie priorità sono cambiate e le sue pure. Io ho quasi paura di togliere la priorità dal lavoro e metterla sul rapporto umano. Quando mi sono innamorato ho capito che voglio passare il resto della mia vita con lei. Il nostro rapporto è diventata la priorità al di sopra del lavoro perché voglio costruire una famiglia con lei, desidero essere un padre orgoglioso dei miei figli e loro di me, voglio essere un buon marito“.

IN AMORE SI ACCETTA LA DIVERSITÀ MA LA SOCIETÀ DI OGGI ANCORA FA FATICA

Bella e Ben sono due opposti, ma per amore si accetta l’altro senza se e senza ma. Perché in amore il termine diversità viene abbracciato e la società ancora fa fatica ad accettarlo? “Secondo me perché la società in cui viviamo comunque è strutturata in un modo in cui dobbiamo essere tutti dentro degli schemi e delle regole, ed è giusto che ci siano delle regole. Però sai essere diversi in questa società qua rischia di farti sentire escluso. La scuola per me è il più grande esempio. Io mi ricordo che venivo bullizzato per essere metà australiano, venivo trattato diversamente. io da piccolo non volevo essere diverso. Dicevo a mia madre di voler essere completamente italiano. Quindi tutto quello che volevo era conformarmi al gruppo. La diversità non veniva premiata. Questo fa male perché poi crescendo di accorgi che la tua potenzialità più grande è nella tua diversità. Noi siamo qua per essere noi stessi. In questi anni ho ricercato me stesso senza dovermi conformare per forza in una società fatta, però, per conformare le persone“.

LA VITA A HOLLYWOOD

La vita ad Hollywood è estrema, ed è facile essere risucchiati. Qui grandi professionisti e grandi artisti ma anche persone molto tormentate, traumatizzato e molto sole. È una società che ha, tra virgolette, il meglio: per esempio l’avanguardia nella tecnologia, nell’arte nell’intrattenimento. Ma anche il peggio tutto il peggio che puoi trovare nella società lo trovi anche ad Hollywood ed è tutto amplificato. Bella, per esempio, è diventa famosa a dieci anni ed è cresciuta in questo mondo assurdo, che è anche in grado di navigarlo adesso con più esperienza di me. Un modo che ho per navigarlo è cercare sempre di non perdere me stesso di rimanere quel ragazzo di Modena legato a certi valori, alla famiglia e agli amici. Voglio prendere il meglio che c’è qua ma non voglio perdermi ed è facile perdersi quindi per me anche le scelte a livello alimentare e a livello di salute sono scelte importanti perché devo essere lucido devo essere lucido per fare scelte giuste e non sempre lo sono. Sono stato una ‘macchina da guerra’ tante volte e in situazioni assurde ma non voglio che le persone pensano che io non abbia dei momenti di debolezza perché ne ho“.

IL RAPPORTO CON LA MUSICA TRA AMORE E ODIO

Il mio rapporto con la musica è di amore e di odio perché amo la musica ma certe volte sento che ci vorrei fare di più e faccio fatica delle volte. Ci sono momenti in cui io sono innamorato della musica e scrivo canzoni e poi ci sono momenti dove non viene fuori niente ed è qualcosa che odio. E questa cosa è un tormento, che penso abbiano tutti gli artisti. Il mio rapporto con la musica è in continua evoluzione, ma adesso sto cercando di tornare alle radici sto cercando di tornare a fare musica come quando ero ragazzo, dove tutto era una scoperta. E per questo voglio sperimentare, voglio provare suoni nuovi e a lavorare con persone nuove e con mentalità diversa perché è un po’ riscoprire la passione che delle volte quando fai questo mestiere per tanti anni perdi perché diventa tutto un rincorrere la classifica e fare numeri su numeri e diciamo dover vivere di musica comporta anche delle volte di fare delle scelte più commerciali che artistiche e per me in questa fase è un ricominciare da zero riscoprire la passione per la musica. E pian piano spero di riuscirci“.

BENJI&FEDE, L’ADDIO ALL’ARENA DI VERONA

L’ultimo concerto all’Arena di Verona con Fede è stato emotivamente molto intenso e malinconico. Quando stavano cantando l’ultima canzone ho capito che era la fine di un capitolo grandissimo e che dal giorno dopo avrei avuto una certezza in meno perché ero da solo nella mia carriera. Io e Fede siamo come fratelli e lo saremo sempre. Siamo grandi amici. Adesso che siamo da soli nel lavoro fa paura. Ma amo Benji & Fede e non rimpiango niente. Come artista, però, non voglio essere sempre la stessa persona. Ora ho la fortuna di vivere senza date di scadenza da rispettare“.

BEN: RESPIRA, IL TRAILER

Ben: Respira è prodotto da Marco Belardi per Lotus Production – una società di Leone Film Group – e diretto da Gianluigi Carella. 

BEN: RESPIRA, IL POSTER

2021-11-14T12:10:17+01:00