Gli ultimi preparativi
“Uno dei momenti fondamentali è l’ingresso per la prima volta dell’equipaggio nella navetta vera, quella pronta per noi che è già qui e c’è una serie di controlli che vengono fatti, uno in tuta da volo e poi quello ancora più importante con lo scafandro al completo. Noi facciamo una serie di controlli dei sistemi di bordo. Dopodiché ne verrà fatto un altro con la navetta già installata dentro la sua calotta protettiva e con tutti i carichi installati nel modulo abitativo.” Negli ultimi giorni gli astronauti aggiornano inoltre le pubblicazioni di bordo con le proprie note e integrazioni.
La capsula Soyuz
Parmitano ha spiegato cosa lo ha particolarmente colpito della navicella spaziale Soyuz, dal suo punto di vista di un pilota sperimentatore, raccontando le sue prime impressioni sedendosi nel simulatore della capsula. La formazione professionale lo ha portato istintivamente, anche se non richiesto agli astronauti, a una “cockpit evaluation”, cioé “un assessment generale [dello sperimentatore], ovvero non entra nello specifico del sistema individuale ma semplicemente prende il sistema cockpit [la cabina di pilotaggio, n.d.r.] nel suo insieme e fa una valutazione.”
L’equipaggio
L’equipaggio di Parmitano, particolarmente affiatato, ha offerto lo spunto per domandargli quali siano le fasi del volo della Soyuz o della missione in cui il lavoro di gruppo ha un ruolo importante. “Sicuramente con la Soyuz [il lavoro di gruppo; n.d.r.] è importante perché, nonostante il volo [verso la ISS; n.d.r.] sia un momento brevissimo di una spedizione, perché si tratta in tutto di sei ore e qualche minuto rispetto a centosettanta giorni di permanenza in orbita, è più il rientro,” ha spiegato aggiungendo che soprattutto per chi, come il suo equipaggio, raggiungerà rapidamente la stazione spaziale con manovre di rendez-vous veloce, “è necessaria una sinergia straordinaria per gestire le varie fasi del lancio e dell’avvicinamento.”
La missione nello spazio è il completamento di un lungo percorso di addestramento con punti qualificanti diversi in paesi e agenzia spaziali diverse. “L’addestramento pratico nei simulatori Soyuz è estremamente qualificante,” ha detto senza esitazione Parmitano dell’esperienza al centro di addestramento dei cosmonauti di Star City presso Mosca. “È un realismo che raggiunge quasi il cento per cento, […] la riproduzone è fedelissima e quindi l’addestramento è straordinario e ti dà una confidenza e una sicurezza veramente senza precedenti.”
Ha poi raccontato il lavoro svolto in Canada con il simulatore del braccio robotico della stazione spaziale, in Europa con i simulatori del laboratorio Columus e in Giappone per il laboratorio Kibo e il veicolo cargo automatico HTV. Ritiene che l’aspetto più importante del modello da addestramento di Columbus non sia tanto l’accuratezza delle attrezzature scientifiche, quanto la fedeltà del computer a quello del modulo reale.
Un approccio sperimentale
Parmitano si è soffermato sul suo approccio sperimentale e ingegneristico per l’addestramento alle procedure della Soyuz, facilitato dall’ottimo rapporto con il comandante della Soyuz TMA-09M: “Il mio comandante, Fyodor [Yurchikhin], siccome ha moltissima esperienza, questo è il suo terzo volo, il suo secondo da comandante, […] lui ha una visione molto più critica. È un ingegnere ed ha questo approccio da sperimentatore e io mi sono trovato benissimo con lui perché lui ascolta moltissimo i miei input.”
Una mentalità da sperimentatore ribadita da un curioso episodio che ha raccontato: “Io il giorno del mio primo esame, due anni fa, mi sono presentato con venticinque, se non sbaglio erano proprio venticinque di numero, suggerimenti per migliorare le procedure della Soyuz.”
Parmitano si è congedato rivelando fra l’altro: “Vi dico, chi fa questo lavoro lo fa per voi, lo fa per quelli che hanno questa passione, che hanno questo interesse. […] Vi assicuro che la vostra passione rende il nostro lavoro più interessante.”
[fonte: ASTRONAUTINEWS]
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