hamburger menu

Siamo in viaggio per Marte. L’ok definitvo della Nasa

La Nasa ha dato l'ok alla fase finale di sviluppo del gigante dello spazio, lo Space launch System (Sls). Ne ha dato annuncio l'amministratore delegato dell'agenzia spaziale statunitense, Charles Bolden.

5 Settembre 2014
La Nasa ha dato l’ok alla fase finale di sviluppo del gigante dello spazio, lo Space launch System (Sls). Ne ha dato annuncio l’amministratore delegato dell’agenzia spaziale statunitense, Charles Bolden. “Siamo in un viaggio di esplorazione scientifica e umana che porta verso Marte”, le parole con cui ha indicato il pianeta rosso come la destinazione finale degli sforzi sostenuti dalla Nasa. “Siamo risolutamente impegnati a realizzare il veicolo di lancio e altri sistemi di supporto che ci porteranno in questo viaggio”, ha specificato Bolden. Il gioiello a cui è legato il futuro dell’esplorazione spaziale è un vettore che porterà gli astronauti dalla Terra a Marte entro gli anni ’30 di questo secolo. La costruzione del razzo da 2,8 miliardi di dollari è stata affidata alla Boeing. La lunghezza dello Space launch System, 117 metri- come un grattacielo di 43 piani-, è tre volte maggiore a quella dei razzi attualmente in uso alla Nasa.

La prima missione che gli sarà affidata è il trasporto della capsula Orion, senza equipaggio. Inizialmente la data del debutto era fissata per il 2017, ma, fanno sapere dalla Nasa, ci sarà probabilmente uno slittamento. Ma non si andrà oltre il novembre del 2018, assicurano. La prossima fase dello sviluppo per lo Space Launch System è quello della revisione critica della progettazione.


– TERREMOTI, L’INGV AL LAVORO PER LA PREVISIONE PROBABILISTICA
– SCOPERTA LA DIAGNOSI PRECOCE DELLA SLA
– GALILEO, LIEVE ANOMALIA PER I SATELLITI 5 E 6
– COSMO-SKYMED AL LAVORO PER LA CALIFORNIA

Il vettore è una macchina complessa, la cui realizzazione è anche l’occasione per sperimentare nuove tecnologie e tentare nuove strade. Questo è il caso, per esempio, delle componenti stampate in 3D. E’ successo al Marshall space flight center della Nasa, a Huntsville in Alabama. E’ lì che è stato realizzato l’iniettore: una parte molto complessa, che ha il compito di inviare il propellente all’interno del motore. Per farlo hanno inserito il progetto nella stampante e poi la stampante stessa ha depositato uno strato di polvere di metallo successivamente fusa insieme con un laser. "Ciò che vogliamo è andare oltre il solo test dell’iniettore- spiega Chris Singer, capo del Marshall Engineering Directorate-. Vogliamo dimostrare come le stampanti 3D possano rivoluzionarela progettazione dei razzi. Le componenti si sono comportate eccezionalmente durante i test".
La prima missione di prova prevede il trasporto di 70 tonnellate, anche se il vettore sarà in grado di reggerne fino a 143. Intanto fervono i lavori nei laboratori. Lo Space Launch System è dovuto tornare in officina per una questione acustica: produceva troppi rumori in rampa di lancio. I tecnici hanno ricalibrato i volumi e fatto le opportune verifiche. La capsula Orion, invece, ha ora un guscio protettivo completo per difendere se stessa e gli astronauti che trasporterà sia dalle temperature che da eventuali detriti grazie al montaggio dell’intera pannellatura.


Marte è una destinazione ambita per le scoperte scientifiche e per l’esplorazione robotica e umana, vista come una tappa della nostra espansione all’interno del Sistema Solare. Questo perché la formazione del pianeta rosso è comparabile a quella della Terra, e può fornire informazioni sulla storia del nostro stesso pianeta e sul nostro futuro. Marte presenta le condizioni di un pianteta che in passato ha ospitato la vita. E’ su Marte la risposta alla domanda più ricorrente: esiste vita al di là della Terra?
Ingegneri e scienziati sono al lavoro, tessendo reti di collaborazione tra settore pubblico e privato e coinvolgendo Paesi di tutto il mondo, con l’unico obiettivo di far raggiungere ad un uomo l’ambita superficie marziana.

TERREMOTI, L’INGV AL LAVORO PER LA PREVISIONE PROBABILISTICA
I terremoti non si possono prevedere. Gli scienziati sono però al lavoro su un sistema in grado di stimare la pericolosità sismica a breve termine. Lo strumento, che non ha ancora un nome, lavorerà sui cosiddetti ‘sciami’, cioè sulle sequenze di scosse che interessano un’area, e, su questa base, calcolerà la possibilità che si verifichi un sisma di magnitudo superiore a 4 su scala settimanale. Ma attenzione: si tratta di probabilità che raramente arrivano all’1%. Lo strumento è comunque di grande importanza perché permetterà di prendere decisioni politiche sulle misure d’emergenza da adottare e, oltretutto, può spingere le persone a verificare lo stato di sicurezza della loro casa e del luogo in cui vivono. La realizzazione dello strumento è coordinata dall’Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia (Ingv).

SCOPERTA LA DIAGNOSI PRECOCE DELLA SLA
E’ stata un’estate segnata dagli innumerevoli video di secchiate d’acqua gelata versati in testa per la campagna ‘Ice bucket challenge’, che prevedeva il contributo di 100 euro in favore della ricerca sulla Sla ad ogni splash. E la ricerca, intanto, ha fatto un passo enorme: è stato identificato un esame di tomografia ad emissione di positroni (una Pet) che permette di definire al 95% se un paziente ha la Sla oppure no. Finora i tempi per la diagnosi potevano allungarsi fino a un anno, ritardando l’accesso alle cure. Lo studio è nato in Italia dalla collaborazione fra Marco Pagani, ricercatore dall’Istituto di Scienze e tecnologie della cognizione del Cnr di Roma, Adriano Chiò, direttore del Centro Sla dell’ospedale Molinette della Città della Salute di Torino e Dipartimento di Neuroscienze dell’Università di Torino, e Angelina Cistaro, ricercatrice del Centro torinese Pet Irmet.

GALILEO, LIEVE ANOMALIA PER I SATELLITI 5 E 6
Prima il lancio rimandato, poi il posizionamento su un’orbita più bassa del previsto. E’ cominciata così l’avventura di Doresa e Milena, i satelliti 5 e 6 della costellazione di Galileo, partiti a fine agosto dalla base di Kourou, nella Guyana francese. Hanno raggiunto un’orbita leggermente più bassa di quella prevista: per questo fatto la responsabile dei lanci Arianespace ha istituito una commissione di inchiesta indipendente, per accertare come mai Doresa e Milena si trovino a meno dei 29.600 chilometri da Terra preventivati. La rete di Galileo sarà costituita da 30 satelliti e si occuperà di un sistema globale di navigazione satellitare sotto controllo civile europeo. L’Italia, è l’unico paese ad aver sviluppato un proprio ricevitore, che ha confermato durante i test la fruibilità del segnale sulla base delle specifiche fornite da ESA.

COSMO-SKYMED AL LAVORO PER LA CALIFORNIA
La costellazione di satelliti Cosmo SkyMed è al servizio della Napa Valley, in California. E’ lì, nella nota zona di vigneti, che lo scorso 24 agosto ha avuto luogo un terremoto di magnitudo 6.1 avvertito da almeno un milione di persone. L’opera di Cosmo-SkyMed è quella di rilevare i danni alle strutture e i cambiamenti, monitorando gli spostamenti del terreno grazie ai suoi occhi privilegiati. Occhi che, come ricorda il presidente dell’Agenzia spaziale italiana (Asi), Roberto Battiston, sono in funzione anche di notte e con qualsiasi condizione meteorologica. Cosmo SkyMed è il primo sistema duale, cioè sia civile che militare, di satelliti radar che si occupano di osservazione terrestre, realizzato grazie all’Asi e al ministero della Difesa.

2018-06-05T17:27:14+02:00