“Abbiamo attivato il trapano”, ha detto uno dei responsabili delle operazioni.
Il modulo si trova in una posizione precaria.Nella notte è stato utilizzato un braccio meccanico per riposizionarlo: si trova accanto a una parete rocciosa, situazione che rende difficile l’azionamento dei pannelli solari che dovrebbero garantire energia al lander. Sta funzionando anche il braccio meccanico Mupus, attivato per aiutare il lander della missione Rosetta a modificare la scomoda posizione nella quale si trova. «Stanno arrivando di dati, ma bisognerà analizzarli per capire se il lander Philae ha cambiato posizione», ha detto all’Ansa il coordinatore scientifico dell’Agenzia Spaziale Italiana (Asi) dal centro di controllo di Colonia.
ESA – Philae sta trapanando la cometa 67P/Churyumov-Gerasimenko. La conferma dal DLR (German Aerospace Center). I tecnici hanno preso questa decisione per i problemi segnalati già ieri durante la conferenza ufficiale dell’ESA: la durata delle batterie di Philae e la sua posizione.
Il giorno più lungo di Rosetta termina con un’esplosione di gioia alle 17.03 ora italiana. Urla, abbracci e qualche lacrima per dare l’annuncio storico che tutti aspettavano: “Siamo scesi su una cometa”. Per la prima volta uno strumento costruito dall’uomo tocca la superficie di uno di questi corpi celesti, lontano da noi 511 milioni di chilometri e che viaggia a una velocità di 18 chilometri al secondo. Tutti col fiato sospeso, a partire dalla mattina del 12 novembre, quando l’Esa ha dato l’ok al distacco del lander Philae dalla sonda Rosetta malgrado fossero stati riscontrati problemi al sistema di ancoraggio che lo avrebbe dovuto tenere saldo alla superficie sconosciuta di 67P/Churyuomov-Gerasimenko.
– CACCIA ALLE STELLE, 8 TELESCOPI PER GLORIA
– ADDIO AI GIGANTI, SI FANNO STRADA GLI ACCELERATORI ‘COMPATTI’
– IL DINOSAURO IN 3D
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E dire che chi ha sognato la missione Rosetta, trent’anni fa, era passato per folle. Sembrava un obiettivo inafferrabile. Poi la decisione dell’Agenzia spaziale europea di partire ufficialmente con il progetto, nel 1993, e infine il lancio di Rosetta verso il suo destino, il 2 marzo 2004. Dieci anni di viaggio. Fino alla meta. Adesso c’è tanto lavoro da fare.
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Previsioni meteorologiche sempre più precise grazie ai sei nuovi satelliti Metop di seconda generazione, nati dalla collaborazione tra Esa e Eumetsat. A bordo porteranno due raffinati strumenti Made in Italy in grado di anticipare piogge torrenziali e scioglimenti dei ghiacci, siccità e precipitazioni. Si tratta del radiometro 3MI, sviluppato da Selex Es, e dello strumento Microwave Imager, realizzato da Ohb Cgs. I contratti, del valore totale di 200 milioni di euro, sono stati firmati nella sede dell’Agenzia spaziale italiana. I benefici economici attesi sono di almeno 60 miliardi di euro, spiega il direttore del Programma di Osservazione della Terra dell’ESA, Volker Liebig (METTI IMMAGINI NOSTRE DI INTERVISTA A LIEBIG). Oltre, naturalmente, ai notevoli vantaggi sociali. La soddisfazione del presidente dell’Asi, Roberto Battiston
CACCIA ALLE STELLE, 8 TELESCOPI PER GLORIA
La rete GLORIA guadagna altri otto telescopi. Sono ora tredici in tutto quelli che permettono a chiunque abbia una connessione a Internet di osservare direttamente il cielo in prima persona. La comunità aperta di GLORIA si è arricchita in questi giorni degli strumenti professionali per osservazioni in modalità “batch”, inserendo cioè la propria richiesta in una lista d’attesa. GLORIA è un progetto triennale finanziato nell’ambito del Settimo Programma Quadro dell’Unione Europea e coinvolge 8 Paesi, portando l’Universo in casa di tutti e in maniera gratuita.
ADDIO AI GIGANTI, SI FANNO STRADA GLI ACCELERATORI ‘COMPATTI’
Tunnel sempre più brevi, tecniche di collisione sempre più elaborate. Gli scienziati sono al lavoro su nuovi acceleratori di particelle, meno ingombranti e meno costosi. Lo scopo è quello di sempre: studiare la materia in profondità, accelerando le particelle al massimo e facendole scontrare tra loro. Questa è l’unica chiave di conoscenza. Ma anziché affidarsi ai giganti della fisica, come l’acceleratore Lhc del Cern di Ginevra, lungo 27 chilometri, si lavora adesso su soluzioni più compatte, che sfruttino le onde di plasma. E’ questa la soluzione allo studio di un team di scienziati dell’università di Stanford, spiegata sulle pagine della prestigiosa rivista Nature.
IL DINOSAURO IN 3D
E’ stato ricostruito il cranio di un erbivoro lungo quattro metri della famiglia dei Terizinosauri, l’Erlikosaurus Andrewsi. La novità è che la ricostruzione del fossile è avvenuta in maniera totalmente digitale, combinando Tac e tecniche di visualizzazione. Il vantaggio è che, in questo modo, i resti del dinosauro possono essere studiati nella loro tridimensionalità, letteralmente smontati e riassemblati ‘correggendo’ eventuali lesioni e completando le parti mancanti. Così è possibile studiare il fossile in ogni sua singola componente e non danneggiare l’originale, lavorandoci solo attraverso lo schermo di un computer. Gli artefici sono i ricercatori dell’università di Bristol.
I NOSTRI ARTICOLI in ordine CRONOLOGICO
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– Ancora pochi giorni per il risveglio di Rosetta – seconda puntata
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