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Un giorno di paura sulla ISS. Vediamo cosa è successo

Il 14 gennaio la Nasa ha reso noto che a bordo si stava verificando una perdita di ammoniaca nel segmento americano...

16 Gennaio 2015
Paura sulla Stazione Spaziale Internazionale. Il 14 gennaio la Nasa ha reso noto che a bordo si stava verificando una perdita di ammoniaca nel segmento americano. In realtà si è trattato di un falso allarme, perché, in seguito, non sono state rilevate tracce della pericolosa sostanza. Sono però immediatamente scattate le procedure di sicurezza. Vediamo cosa è successo.

– AMIANTO, I RICERCATORI TROVANO I GENI RESPONSABILI
– LO SCHIANTO DI FALCON
– LA CINA SI AVVICINA DI NUOVO ALLA LUNA
– BENVENUTI NELL’ANNO DELLA LUCE

Sono quasi le 10 ora italiana quando si diffonde la notizia di una contaminazione atmosferica da ammoniaca a bordo della Iss. L’ammoniaca viene usata nel sistema di raffreddamento come liquido scambiatore, e il sistema di raffreddamento si trova nell’area statunitense della Stazione. E’ una situazione potenzialmente molto pericolosa. La diffusione di ammoniaca nell’atmosfera che respira l’equipaggio la rende altamente tossica. Immediatamente gli astronauti si trasferiscono nel nodo russo della Stazione. E’ la loro zona di sicurezza. Nonostante a sera fosse stato chiarito che la temuta perdita di ammoniaca non si era verificata, gli astronauti hanno comunque passato lì la notte. Questo, perché in seguito all’allarme era stato spento il sistema di Intermodule Ventilation per impedire che si propagasse l’aria avvelenata e così era impossibile ripulire l’aria dall’anidride carbonica, rendendola quindi irrespirabile. Lo spiega bene il sito di astronautinews, che ha seguito l’intera giornata di tensione. La preziosa microgravità, indispensabile per gli esperimenti scientifici condotti a bordo, in casi come questo diventa letale: mentre sulla Terra i gas caldi tendono a salire e quelli freddi a scendere al suolo, sulla Stazione questo non succede. Significa che senza ventilazione forzata l’anidride carbonica prodotta dalla respirazione degli umani a bordo si accumulerebbe sui loro visi, facendoli soffocare.

Le analisi dell’atmosfera, che hanno chiarito che di ammoniaca non c’era traccia, sono state svolte dal comandante Barry Wilmore e da Terry Virts, i quali si sono introdotti nel segmento a stelle e strisce. Tutti e sei i membri dell’equipaggio, di cui fa parte la nostra Samantha Cristoforetti, avevano indosso le speciali maschere per emergenze di questo tipo. Ce n’è infatti una speciale riservata alle emergenze da fuga di ammoniaca, una delle tre più pericolose che potrebbero capitare a bordo.

Fa il punto della situazione Luca Parmitano, astronauta italiano protagonista della missione ‘Volare’, nel 2013, la prima di lunga durata per l’Italia. E’ lui, che nello Spazio è rimasto sei mesi, ad elencare i tre momenti di crisi più gravi a bordo in un’intervista rilasciata al quotidiano ‘La Repubblica’, . Oltre alla perdita di ammoniaca, i rischi maggiori sono per incendio e depressurizzazione. Nel caso di incendio gli astronauti sono chiamati a definire la natura dell’incendio stesso, se elettrico o no, e la zona, russa o americana, in cui si è sviluppato il fuoco. Nel caso della depressurizzazione, dovuta all’impatto con un micrometeorite, serve definire la zona di contatto e, eventualmente, uscire nello Spazio per procedere alla riparazione. Per tutte queste eventualità ci sono dei rigidi addestramenti, sia a Terra che a bordo, per cui gli astronauti devono agire in automatico. E se nulla dovesse funzionare, al modulo russo sono attaccate due capsule Soyuz, pronte a riportare a Terra gli astronauti in qualsiasi momento.

Parmitano fu protagonista di un grave incidente durante la sua seconda attività extraveicolare, quando il casco gli si riempì d’acqua. In quell’occasione, come accuratamente spiegato in una relazione della Nasa, l’astronauta italiano si mise in salvo proprio grazie alle sue conoscenze e al suo addestramento. Fondamentale fu, inoltre, il sangue freddo. D’altronde, “il modo migliore per combattere la paura è essere perfettamente addestrati”. Sapere sempre cosa fare.



AMIANTO, I RICERCATORI TROVANO I GENI RESPONSABILI
Si apre una nuova strada per lo studio dei tumori da amianto. I ricercatori dell’Università di Torino in collaborazione con i colleghi dell’Ospedale Santi Antonio e Biagio di Alessandria, hanno utilizzato il ‘sequenziamento mirato di nuova generazione’ per scoprire i responsabili della ridotta sopravvivenza di chi si ammala di mesotelioma e hanno trovato la risposta in alcuni geni mutati. In seguito a questa scoperta è possibile descrivere il tipo, la posizione e il numero di mutazioni genetiche nel mesotelioma e consente di identificare associazioni con le caratteristiche del paziente, compresi i dati di sopravvivenza. Lo studio è stato pubblicato sul Journal of Thoracic Oncology.

LO SCHIANTO DI FALCON
Qualcosa è andato bene, qualcos’altro è andato male nei piani dell’azienda privata Space X. Spettava alla capsula Dragon portare rifornimenti sulla Stazione spaziale internazionale, grazie a un contratto per 12 viaggi stipulato con la Nasa, e così è stato. Ma l’aspetto innovativo del lancio del 10 gennaio era un altro: il magnate Elon Musk, patron della Space X, puntava soprattutto su un rientro perfetto del primo stadio del razzo Falcon 9. In teoria sarebbe dovuto ricadere su una piattaforma lunga 91 metri e larga una cinquantina che galleggiava nell’Oceano Atlantico, invece l’atterraggio è stato più difficile del previsto e il razzo si è schiantato. Ci riproveranno, assicurano da Space X. L’obiettivo è quello di riuscire a recuperare mezzi spaziali, nell’ottica anche di un risparmio economico. Non è semplice, ma da Space X sono convinti di aver individuato ciò che non ha funzionato nell’esaurimento del fluido idraulico poco prima dell’impatto. Aumentandolo, in teoria, la prossima volta tutto dovrebbe filare liscio.

LA CINA SI AVVICINA DI NUOVO ALLA LUNA
Il primo atterraggio di un mezzo cinese sulla Luna risale al dicembre del 2013. Oggi il Paese del Dragone torna in orbita intorno al nostro satellite. Lo fa con una sonda lanciata tre mesi fa, dotata di telecamere che hanno il compito di riprendere la superficie lunare con lo scopo di individuare il punto migliore per l’atterraggio della missione Chang’e 5, il cui obiettivo è riportare a Terra dei campioni lunari. Questo passaggio è atteso entro il 2017. Se tutto dovesse andare come previsto, la tappa successiva sarebbe il progetto su cui la Cina punta di più: quella di riportare l’uomo a passeggiare sulla Luna. Il ritorno degli astronauti sul satellite è previsto per il 2030.

BENVENUTI NELL’ANNO DELLA LUCE
Dalla luce delle galassie a quella dei led, nel 2015 sarà lei la protagonista della divulgazione scientifica. L’Onu e l’Unesco hanno battezzato il 2015 come ‘Anno internazionale della luce’, dopo che la Società europea di Fisica aveva lanciato l’idea quattro anni fa. Attraverso la luce non solo sono passate scoperte scientifiche fondamentali, ma la stessa evoluzione del genere umano. Ed oggi dire ‘luce’ significa riferirsi a tecnologie che fanno capo agli ambiti più diversi, dall’energia alla medicina, passando per la comunicazione. Per celebrare questo caposaldo della vita sul pianeta Terra sono stati organizzato evento in tutto il mondo. L’apertura ufficiale dell’Anno in Italia è fissata per il 26 gennaio a Torino.


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2018-06-05T17:25:24+02:00