Roma – Dopo due super esibizioni al Lucca Summer Festival e agli Scavi Romani di Pompei, stasera (23 luglio) James Taylor suona sul palco delle Terme di Caracalla, a Roma, per un ultimo live in terra italiana. Pochi concerti ma magici questa estate con il settantenne cantautore di Boston vincitore di sei Grammy, con 100 milioni di dischi venduti e un posto sia nella Rock and Roll Hall of Fame che nella Songwriters Hall of Fame. Non un semplice live ma un vero e proprio appuntamento con la storia, la musica di James Taylor incarna l’arte del songwriting nelle sue forme più personali ed universali. Maestro nel descrivere situazioni specifiche, anche autobiografiche, in un modo che lo unisce alla gente di ogni luogo, Taylor nel 1971 apparve sulla copertina di Time dipinto come il precursore dell’era del cantautorato. Più di quattro decenni dopo la sua calda voce baritonale, i suoi testi introspettivi e il suo stile unico alla chitarra rappresentano ancora un modello a cui si ispirano i giovani musicisti. Le sue canzoni hanno avuto una profonda influenza sui songwriters e sugli amanti della musica di tutte le forme: “Fire and Rain,” “Country Road,” “Something in the Way She Moves,” “Mexico,” “Shower the People,” “Your Smiling Face,” “Carolina In My Mind,” “Sweet Baby James,” “Don’t Let Me Be Lonely Tonight,” “You Can Close Your Eyes,” “Walking Man,” “Never Die Young,” “Shed a Little Light,” “Copperline,” “Enough to be On Your Way,” “Caroline I See You,” e molte altre. Nell’estate del 2015 Taylor ha fatto uscire Before This World, il suo primo album in studio dopo 13 anni, che lo ha fatto arrivare per la prima volta al numero 1 della classifica degli album di Billboard e che gli è valso una nomination ai Grammy come Best Pop Vocal Album. In scaletta i brani di quest’ultimo disco e le canzoni leggendarie di una carriera zeppa di successi resi ancor più indimenticabili da una All Star Band con alcuni dei migliori musicisti USA. Con lui sul palco Steve Gadd alla batteria, Kevin Kays al piano, Luis Conte alle percussioni, Mike Landau ala chitarra, Walt Fowler alle tastiere, Jimmy Johnson al basso e Lou Marini ai corni, per non parlare dei cori sapientemente intonati dalle voci di Arnold McCuller, Andrea Zonn e Kate Markowitz.