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Roma, preside istituto Vespucci: “Manca contatto che ci rende così uniti”

Maria Teresa Corea: "Speriamo in misure specifiche per ogni indirizzo"

ROMA – Una scuola più tecnologica, forse più al passo con le esigenze del mercato del lavoro ma meno umana, privata di quel calore che contraddistingue ogni comunità scolastica. È così che Maria Teresa Corea, dirigente scolastica dell’istituto alberghiero ‘Amerigo Vespucci’ di Roma, si immagina la scuola del futuro, quella che riaprirà le sue aule a partire dal prossimo settembre.

“Gli alberghieri non sono istituti come gli altri, i nostri studenti sono abituati a lavorare in squadra, partecipano ad eventi fuori dalle aule scolastiche, si esercitano nelle cucine, per noi sarà difficile rinunciare a quel contatto che ci rendeva così uniti”, commenta la dirigente a diregiovani.it.

Ma nonostante tutto, la scuola non si è fermata: laboratori e lezioni sono continuate online, e amministrazione e dirigenza già immaginano il momento della riapertura che probabilmente sarà scaglionata, con metà della scuola in presenza, e metà collegata da remoto.

“Stiamo riorganizzando gli spazi prendendo le misure di ogni aula e prevedendo circa due metri di distanza tra i banchi- continua Maria Teresa Corea- per fortuna abbiamo tre ingressi, ma il problema principale resta quello di offrire ai ragazzi a casa la stessa formazione che avranno gli studenti presenti, soprattutto per quanto riguarda i laboratori. Spero che il ministero, nelle prossime circolari, preveda misure specifiche per ogni istituto, perché purtroppo gli alberghieri stanno subendo le conseguenze di questa crisi più di altre scuole”.

Intanto, però, prima ancora della riapertura di settembre, le scuole superiori si stanno organizzando in vista degli esami di maturità, che secondo le ultime disposizioni dovrebbero svolgersi in presenza. Una notizia appresa con entusiasmo dagli studenti che ha messo subito a lavoro tutta la comunità scolastica, a partire dal personale Ata tornato a sanificare gli spazi.

“Ci preoccupa il fatto che molti insegnanti si trovano in un’età a rischio, ma sono fiduciosa nel fatto che gli esami di Stato possano svolgersi con tutte le misure di sicurezza– ha concluso la dirigente- io mi atterrò a tutte le disposizioni che verranno date dal ministero dell’Istruzione, ma spero che non vengano rese obbligatorie le mascherine. La scuola è una comunità diversa da un’impresa, ha bisogno di uno scambio di emozioni”.

2020-05-05T17:53:13+02:00