CATANIA – “Torneremo, tornerà la città a dipingersi nuovamente di mille colori, i colori dei vestiti, delle magliette, della pelle di ognuno di noi”.
A scriverlo in una lettera a Diregiovani è Alice, una studentessa siciliana che frequenta il III anno al liceo classico ‘Cutelli’ di Catania e che da due mesi a questa parte, da quando le scuole sono state chiuse per l’emergenza sanitaria, rispetta il distanziamento sociale, restando a casa.
“Le giornate, a volte, sembrano vuote- scrive- altre, veloci o ancora lentissime”.
Nel periodo di quarantena, la liceale ha scoperto il piacere delle piccole cose quotidiane:
“Un film sul divano con mamma e papà, dolci fatti in casa, vecchi giochi da tavola polverosi, che magari noi ragazzi non conosciamo e che i nostri genitori stanno, invece, riscoprendo, ma anche conversazioni e spunti di riflessione offerti dalla situazione attuale che mette in luce aspetti negativi e positivi della nostra società”.
Per Alice, il distanziamento sociale è un’opportunità, in cui rafforzare i rapporti con la propria famiglia:
“Questo non significa che fosse necessaria una chiusura forzata in casa per farci apprezzare tutte quelle cose che davamo per scontate, troppe persone stanno morendo di Covid-19. Dobbiamo affidarci ai medici, proteggere e tutelare anche loro che ci pregano, spesso inascoltati, di mantenere buon senso e responsabilità, anche adesso che la situazione sembra migliorata”.
“L’uomo- continua Alice- è un animale sociale, abituato a trascorrere il tempo in compagnia. Prima di tutto questo, non dovevamo preoccuparci di stare ad un metro di distanza, a noi ragazzi è stato sottratto il tempo di vivere le nostre prime esperienze, le nostre piccole avventure. Le lezioni a distanza ci permettono di non perdere il ritmo e continuare con la nostra formazione, considerando che il diritto allo studio è una grande fortuna e ci costringe a non passare ogni momento di questa reclusione forzata sul divano ad angosciarci”.
Alice attende di ritornare alla quotidianità di sempre senza doversi più preoccupare di girare con guanti e mascherina:
“Dopo questa brutta esperienza, ho imparato ad essere più paziente e responsabile. Si inizia a vedere adesso la luce in fondo al tunnel, che rinforza la voglia di tenere duro, di focalizzarci su un unico obiettivo: il ritorno alla vita normale”.