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Nelle scuole di Roma mensa vegana da settembre. Esperti divisi

Dal settembre 2017 anche menù vegetariani, bio e a chilometro zero

16 Novembre 2016

roma-mensa-vegana-3ROMA – Dal primo settembre 2017 sui tavoli delle mense scolastiche i piccoli studenti di Roma troveranno anche menù vegani, vegetariani, bio e a chilometro zero. La proposta, elaborata dal Movimento Cinque Stelle, sarà inserita nelle linee guida nel nuovo capitolato d’appalto delle mense scolastiche del Campidoglio. La prpposta è stata annunciata oggi in una seduta congiunta delle commissioni capitoline Ambiente e Scuola. I menù, ovviamente, non saranno solo composti da frutta e verdura. Saranno realizzati, questa l’intenzione della maggioranza pentastellata, “in maniera più equilibrata verso il vegetariano, con semplicemente l’aumento di frutta, verdura e cereali”. E la carne, perciò, “non verrà assolutamente tolta dai menu”. Per supportare la novità, i presidenti M5S delle due commissioni, Daniele Diaco (Ambiente) e Maria Teresa Zotta (Scuola), hanno invitato un gran numero di esperti. Dallo chef vegano al biologo nutrizionista, dalla mamma ‘vegetariana con due figli vegetariani’ al dietista vincitore del concorso del Campidoglio e quelli già in organico. Non mancano il pediatra Maurizio Conte e il vegan blogger Claudio Lauretti. Insieme a loro anche rappresentanti di cooperative bio e del progetto di alimentazione sostenibile Fish Box, oltre alla responsabile del Coordinamento genitori democratici, Susanna Crostella.

Mensa vegana, verso un’alimentazione sostenibile

L’obiettivo, ha spiegato Diaco, “è quello di dare un’indirizzo verso una sostenibilità nell’ambito di un’alimentazione sostenibile, ricorrendo a menù che non contengano prodotti di origine animale, con un apporto di alimenti vegetariani importanti, per una volta a settimana. È un indirizzo che vogliamo dare per alimentare i bimbi con dei menù più sani e che diano il messaggio che Roma Capitale è rispettosa dell’ambiente e più vicina alla natura. Sappiamo tutti che i prodotti di origine animale hanno un impatto molto forte sull’ambiente e sull’inquinamento atmosferico, dovuto agli allevamenti intensivi. Puntiamo su prodotti a chilometro zero, possibilmente senza il packaging”. Lo stesso progetto, ha sottolineato il presidente, “è gia’ stato fatto a Torino dalla sindaca Appendino e a Roma vogliamo riproporre la stessa cosa, come prevedono le nostre linee programmatiche”. Con in piu’ “l’uso di materiali compostabili all’interno delle mense scolastiche e la raccolta differenziata dei rifiuti umidi. Negli anni passati l’amministrazione propose dei menù europei e noi ci battemmo contro, ora vogliamo dare un’impronta di sostenibilità”.

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Le linee guida del nuovo capitolato, ha aggiunto Zotta, “sono stilate dall’assessore Baldassarre dopo un confronto con gli assessori omologhi nei Municipi e molte indicazioni proposte sono stateroma-mensa-vegana-2 recepite”. L’Organizzazione mondiale del benessere, ha riportato il consigliere capitolino del M5S, Pietro Calabrese, “dice che il 40% delle malattie croniche sono dovute alla dieta, e che le carni rosse sono la prima causa delle patologie tumorali. Possono venire tutti gli specialisti del mondo, ma queste sono evidenze scientifiche. Oltretutto l’Italia ha il triste primato nazione della più  alta incidenza delle patologie tumorali maligne nei ragazzi tra 0 e 14 anni. Non si dice che non bisogna mangiare carne, ma ponderare un’alimentazione più ricca”.

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L’appalto in essere sulle mense scolastiche, ha spiegato Padolecchia, “scade il 30 giugno 2017 e dobbiamo subito predisporre il nuovo bando, che andrà in vigore dal primo settembre 2017. È stata già predisposta una bozza di memoria di Giunta con le linee guida del nuovo capitolato”. La gara odierna va dalle scuole d’infanzia a quelle primarie e secondarie ma non ricomprende gli asili nido, che invece saranno inseriti con il prossimo bando proprio per fornire un sistema di ristorazione scolastica a livello cittadino”. Nel dettaglio, il bando avrà indicazioni riguardo l’utilizzo di prodotti bio, tracciabili, alimenti Dop, Igp e a filiera corta nell’arco di 300 chilometri in linea d’aria, prodotti equosolidali, prodotti ortofrutticoli freschi, prodotti a ridotto impatto ambientale. E ancora utilizzo di lavastoviglie con detersivi non inquinanti per poter impiegare piatti di ceramica e posate d’acciaio. Al massimo se non è possibile si userà materiale compostabile, e poi strumenti da cucina di classe A+++. Insonorizzazione dei refettori, formazione del personale per progetti di promozione della salute, diete speciali, recupero dei generi alimentari integri non consumati, rotazione dei menu’ ogni 9 settimane per non ripetere gli stessi e alternanza estate-inverno. E, ovviamente, no agli alimenti sottoposti a trattamenti transgenici”.

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Poi ci saranno “differenziazione dei rifiuti, rafforzamento delle forme di controllo di qualita’ e di rispetto del contratto con sopralluoghi obbligatori”. Infine, ha concluso il direttore del dipartimento Servizi educativi scolastici, “abbiamo potenziato il peso dell’offerta tecnica rispetto al prezzo: nella valutazione pesera per l’80% sull’offerta tecnica, e quindi la qualità, e solo per il 20% sul prezzo”. “Invitare gli esperti e’ utile, ma se ne devono invitare di piu”. Abbiamo capito che la direzione della maggioranza e’ verso il vegetariano e il vegano, ma per farci un’idea complessiva si invita anche l’unione macellai, altrimenti non va bene’, la critica di Ilaria Piccolo, consigliere Pd. Ripresa anche dalla collega dem Valeria Baglio: “Spesso sono invitate solo determinate situazioni, alcune associazioni e non altre, come quando nella commissione Ambiente su Villa Pamphilj abbiamo ascoltato una sola associazione. Sarebbe bene coinvolgere tutti. E parliamo del metodo, non nel merito che invece ascoltiamo con attenzione’. Il presidente Diaco ha tenuto quindi a precisare che ‘tutti i presenti ci hanno chiesto espressamente di essere convocati’. Per il consigliere di Fratelli d’Italia, Andrea De Priamo, il tema della sostenibilità e della salute dei bambini non puo’ che essere condiviso. Starei attento però al posto della maggioranza a non farne una bandiera di tipo ideologico e a utilizzare e consultare anche le grandi professionalità interne al Comune di Roma, come la dottoressa Cavalli. Capisco chi condivide una scelta vegetariana, ma gli esponenti della maggioranza non si improvvisino nutrizionisti esperti e lascino lavorare i nostri uffici competenti, visto che li abbiamo”.

 roma-mensa-veganaMensa vegana, la perplessità degli esperti

Durante la commissione sono intervenuti diversi esperti, non tutti d’accordo sulla bontà di una dieta senza carne. “Io dico sempre ai genitori: informatevi e poi ne discutiamo insieme. Faccio parte dell’associazione Medici per l’ambiente, l’Isde, e so che ormai l’inquinamento è a livello molto alto e i conseguenti interferenti endocrini sono concentrati in modo elevatissimo in tutto quello che è animale, che porta a conseguenze come problemi alla tiroide, infertilità e anche tumori”, ha detto il pediatra Maurizio Conte. Per questo, ha spiegato, “io stesso consiglio una dieta a bassissimo contenuto se non assenza di qualsiasi alimento di origine animale. Nella mia carriera ho fatto una grande battaglia contro la mortadella che veniva data anche alle materne con il pepe, altamente tossico, solo perchè doveva essere Igp. Ora non c’è piu’ la mortadella ma c’è il prosciutto cotto, che l’Oms ha catalogato cancerogeno come il fumo di sigaretta. Questi sono dati di fatto che devono diventare condivisi”. Non dello stesso avviso la dottoressa Cavalli, funzionaria dietista del VI Municipio. “Una dieta esclusivamente vegana non va bene perchè i bimbi hanno bisogno di tutto nella loro crescita. Per equilibrare un’alimentazione carente di carne bisognerebbe dare carboidrati più legumi per le proteine, ma non è la stessa cosa perchè mancano vitamina B12 e il ferro. Quindi la vitamina C. Inoltre – ha sottolineato la dottoressa – mancano calcio e fosforo, quindi andrebbero reintegrate in qualche modo. Io personalmente mai farei fare a un figlio una dieta vegana, ma questo è un mio pensiero personale da specialista che ha fatto 40 esami di alimentazione. Quello che andrebbe bene è farlo una volta a settimana”. Ed è esattamente “quello che vogliamo fare”, ha chiosato il presidente Diaco.

2016-11-16T15:39:08+01:00