
Adam Levine rompe il silenzio sulla partecipazione dei Maroon 5 al Super Bowl.
Con un post su Instagram il frontman della band ha risposto alle polemiche nate dalla decisione di esibirsi all’halftime nonostante le chiamate al boicottaggio.
“Quando abbiamo accettato la responsabilità di esibirci allo SBHTS (Super Bowl Halftime Show), ho tirato fuori la penna e ho scritto. Alcune delle parole che mi sono uscite in quel momento alla fine si sono fatte strada sulle incredibili lanterne che volavano stanotte. Ringraziamo l’universo per questa storica opportunità di esibirci sul più grande palcoscenico del mondo. Ringraziamo i nostri fan per aver reso possibili i nostri sogni. E ringraziamo i nostri critici per averci sempre spinto a fare meglio. Un solo amore. ❤️”
Levine ha poi aggiunto il famoso elenco di parole…
“Perdona, ridi, piangi, sorridi, condividi, vivi, sopporta, abbraccia, ricorda, illumina, preserva, ispira, suda, combatti, esprimi, dai, ricevi, eleva, scala, unifica, fortifica, ammorbidisci, balla, urla, sogna, educa, provvedi, inspira, espira, persevera, alzati, inginocchiati, supera, ama, ascolta”
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Ma perché boicottare il Super Bowl?
La polemica per la partecipazione dei Maroon 5 al Super Bowl è nata a causa della battaglia che diverse star stanno portando avanti in favore di Colin Kaepernick, ex quarterback dei San Francisco 49ers, che nel 2016 rimase seduto durante l’inno nazionale prima di una partita amichevole. Il gesto, nato per protestare contro le violenze nei confronti dei neri avvenute negli Stati Uniti, gli costò la carriera: da allora infatti, non ha più avuto un contratto dalla National Football League (NFL).
A seguire l’esempio del quarterback sono stati numerosi giocatori, anche di altri sport, che hanno dato origine al movimento degli ‘inginocchiati’ (take a knee).
Anche la pop star Rhianna ha detto no al Super Bowl e, di conseguenza, alla NFL, per sostenere il gesto Kaepernick.