Roma – Esce oggi, in occasione del 70° anniversario della firma a Parigi della Dichiarazione universale dei diritti umani, il videoclip di “‘Gnanzou”. Il brano dei Pupi di Surfaro si è aggiudicato il Premio “Voci per la Libertà – Una canzone per Amnesty”, riconoscimento dedicato a chi sa meglio interpretare e diffondere i principi della Dichiarazione universale dei diritti umani. La canzone tratta il delicato tema dell’immigrazione e delle stragi nelle acque del Mediterraneo.
«’Gnanzou è il verso della “Cialoma”, il canto tradizionale che accompagnava la pesca del tonno rosso in Sicilia – raccontano i Pupi di Surfaro – La mattanza. Quando centinaia di grossi tonni venivano trascinati nella camera della morte e venivano letteralmente massacrati in un mare siciliano che si tingeva di rosso del sangue di questi poveri pesci.
A questa particolare e surreale suggestione ci siamo ispirati per dedicare questo nostro brano alle vittime del mar mediterraneo. Sono le vittime della guerra, le vittime della fame, della miseria, dell’arroganza e dell’indifferenza. ‘Gnanzou è un’invocazione, una preghiera affinché libertà, uguaglianza, dignità e fratellanza, principi affermati nella Dichiarazione Universale dei Diritti Umani, non restino più, in nessun caso, valori da affermare solo sulla carta. Per questo la nostra parola si leva alta e si fa grido, per il dovere che abbiamo di accogliere e concedere asilo a chi scappa da un inferno che è tale per secoli della nostra storia del nostro assurdo imperialismo».
Il brano si avvale della collaborazione del musicista senegalese Jali Diabate ed è estratto da Nemo profeta, ultimo album dei Pupi di Surfaro.
Il videoclip è ambientato nei paesaggi caratteristici della Sicilia del gruppo. Le miniere di zolfo, dismesse e abbandonate, ridotte a discariche, dell’entroterra nisseno. I boschi di pini ed eucalipti delle colline. L’Etna, il vulcano. E il mare. Che unisce e separa. Che brucia e rinfresca. Che culla e che affonda.
Una danzatrice, che lotta con rabbia e passione intensa. Dentro una stanza vuota.
Un bambino. In casa sua. Inconsapevole, ignaro. Circondato dai suoi giocattoli.
A creare uno spaccato profondo. Tra il vissuto e il rimandato. La verità e la rappresentazione. La consapevolezza e l’illusione. La crudeltà e l’incoscienza.
Con finale a sorpresa.
La tematica dei diritti e dell’accoglienza è particolarmente sentita dalla band siciliana: dal 16 al 28 ottobre la band ha attraversato a piedi la Sicilia partendo da Caltanissetta e passando per un luogo simbolo come il CARA di Mineo, fino ad arrivare a Lampedusa, percorrendo 250 chilometri in 10 tappe in un ideale viaggio dell’accoglienza, idealmente percorso al contrario, e che è solo una piccola parte del cammino che migliaia di migranti fanno per raggiungere la nostra terra.
I Pupi di Surfaro sono: TOTÒ NOCERA alla voce e alle percussioni, SALVO COPPOLA al basso e PIETRO AMICO alla batteria e ai sequencer.
La band sarà in concerto a Roma il 13 dicembre 2018 alle ore 21 al Teatro Studio Borgna dell’Auditorium Parco della Musica di Viale Pietro de Coubertin 30.