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Il disagio psichico durante il Coronavirus: la comparsa e/o l’acuirsi di sintomi clinici

La quarantena forzata ha portato ad un cambiamento immediato e radicale dello stile di vita, con conseguenti ripercussioni sulla sfera sociale e sulla psiche degli individui

Il periodo che stiamo affrontando a causa dell’emergenza legata al Covid-19 è sicuramente molto difficile e delicato. La quarantena forzata ha portato ad un cambiamento immediato e radicale dello stile di vita, con conseguenti ripercussioni sulla sfera sociale e sulla psiche degli individui. È dunque comprensibile che questa situazione influisca sull’umore delle persone, mettendole in contatto con emozioni quali tristezza, rabbia, ansia o paura, che se mal gestite o evitate possono rischiare di causare un disagio che in alcuni casi si è manifestato tramite sintomi di varia intensità.

L’incertezza sulla durata dell’isolamento, la preoccupazione per la salute personale e dei propri cari, la frustrazione, la noia, il timore delle conseguenze future, sono tutti “stressors” che concorrono nel generare un forte senso di angoscia. È facilmente prevedibile quindi che le categorie più a rischio nel gestire questo grande carico emotivo siano quelle già affette da disturbi psichici. Sono diversi i quadri clinici in cui la condizione di isolamento e le difficoltà a proseguire i propri percorsi terapeutici rischiano di aumentare l’intensità e la frequenza sintomatologica.

Tra le patologie più sensibili ad un inasprimento dei sintomi troviamo i disturbi depressivi, i disturbi d’ansia, le psicosi, i disturbi alimentari e del sonno, le fobie e il disturbo ossessivo compulsivo. È importante specificare che il rischio aumenta in base alla specifica gravità di ogni condizione clinica. È possibile però che alcuni sintomi emergano anche per la prima volta in soggetti che non ne avevano mai fatto esperienza in passato. Innanzitutto la difficoltà a gestire l’intensità delle emozioni quali ansia e tristezza e di stati psichici come la noia può portare alla messa in atto di meccanismi difensivi di appiattimento della sfera emotiva che, se troppo rigidi, possono causare sensazioni di anedonia e apatia, con conseguenze negative sul tono dell’umore.

Un altro sintomo che può emergere in seguito alla reclusione forzata è l’astenia, cioè la sensazione di stanchezza e di faticabilità che compare anche in condizioni di riposo e non in modo fisiologico in seguito a sforzi fisici. La difficoltà a veicolare e sfogare la rabbia con modalità sane e adattive rischia di aumentare in alcune persone l’irritabilità, l’agitazione e la messa in atto di comportamenti impulsivi e pericolosi per sé e per le persone con cui si convive. Per quanto riguarda il sonno, il rischio di sperimentare condizioni di insonnia o al contrario ipersonnia, con la conseguenza di dormire per gran parte della giornata, è molto alto. Rispetto all’alimentazione c’è la possibilità di provare una diminuzione dell’appetito, con conseguente perdita di peso, o al contrario un’iperfagia, che comporta un bisogno costante di mangiare e il pericolo di un importante aumento di peso. Essendo l’ansia uno stato tipico di questa condizione è probabile che essa aumenti in maniera esponenziale.

Nel caso dei disturbi ossessivo-compulsivi, caratterizzati dalla messa in atto di rituali legati alla pulizia e al timore di essere contagiati, potrebbero emergere reazioni particolari rispetto alla vicinanza con gli altri e al contatto, oltre all’aumento di comportamenti ripetitivi legati alla pulizia minuziosa di sé e della propria abitazione. Inoltre c’è la possibilità che alcuni individui possano somatizzare lo stress e manifestare la sofferenza psichica attraverso sintomi fisici.

Per quanto riguarda le persone che fanno solitamente uso di alcool o altre sostanze stupefacenti il rischio di aumentarne l’utilizzo per cercare di far fronte allo stress è molto alto. Allo stesso tempo la maggiore difficoltà o impossibilità di reperire le sostanze illegali può portare all’inasprimento di altri sintomi come quelli sopracitati. Nei bambini è invece possibile assistere alla messa in atto di comportamenti regressivi, alle volte anche disfunzionali, che segnalano la loro difficoltà ad affrontare la situazione. Se dunque l’emersione di questi sintomi in un periodo del genere non va considerata in maniera definitiva come dimostrazione di un disturbo, è pur vero che non bisogna sottovalutarla. Essa ci segnala infatti un disagio che è bene riconoscere, monitorare e cercare di affrontare, anche con l’aiuto degli specialisti a disposizione.

2020-05-19T15:31:09+02:00