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Crowd4Africa. L’Istituto Massimiliano Massimo di Roma inizia la raccolta fondi.

Roma, 4 mar. – In un percorso didattico rivolto a giovani studenti non ci si può dimenticare di quelli che hanno bisogno nel resto del mondo. E’ con questo spirito che all’Istituto Massimiliano Massimo di Roma, scuola paritaria cattolica fondata nel 1873 dai padri Gesuiti, hanno deciso di combinare insieme: didattica, innovazione tecnologica con la […]

4 Marzo 2016

Roma, 4 mar. – In un percorso didattico rivolto a giovani studenti non ci si può dimenticare di quelli che hanno bisogno nel resto del mondo. E’ con questo spirito che all’Istituto Massimiliano Massimo di Roma, scuola paritaria cattolica fondata nel 1873 dai padri Gesuiti, hanno deciso di combinare insieme: didattica, innovazione tecnologica con la voglia di fare qualcosa per i più sfortunati.

Crowd4Africa è un progetto di crowfunding che ha come obiettivo quello di fornire a due ospedali africani, il Lacor St. Mary Hospital in Uganda gestito dalla Fondazione Corti ed il centro sanitario di Kenge in Congo, nel quale opera Chiara Castellani, unico medico curante per 150 mila abitanti in un territorio di 5 mila chilometri quadrati.
Un sistema per produrre protesi e ricambi essenziali a partire dai rifiuti plastici: tappi e contenitori. Il sistema comprende una tritatrice che sbriciola la plastica, un estrusore che la fonde e crea un filo che viene utilizzato da una stampante 3D per produrre oggetti di grandi dimensioni.
Il progetto ha coinvolto 15 studenti dell’Istituto Massimiliano Massimo di Roma, che sono stati formati e supportati da un team di 20 professionisti e genitori volontari provenienti dal mondo dell’industria, dell’università, della scuola, della sanità e del terzo settore.
C’è un adagio che viene solitamente attribuito a Lao Tzu, il fondatore del taoismo, che recita: “Dai a un uomo un pesce e lo nutrirai per una giornata, insegnagli a pescare e gli darai da mangiare per tutta la vita”, è esattamente sul solco di questo insegnamento e per tentare di accerchiare la corruzione che in alcuni paesi africani, molto spesso, intercetta facendoli sparire aiuti umanitari e soldi. Il progetto mira a rendere autosufficienti gli operatori dell’ospedale, perchè fornire loro strumenti e know how è il miglior modo per affrancarli dagli aiuti discontinui che non risolveranno mai il problema rendendo le popolazioni locali continuamente dipendenti da altri soggetti, siano enti, persone fisiche, Ong o istituzioni.
Senza dimenticare che il materiale plastico utilizzato per creare protesi di arti e ricambi essenziali è tutto materiale recuperato e riciclato, un modo per cercare di dare nuova vita a tutta quella mole di rifiuti plastici che abbonda nei nostri mari e negli oceani.
Per sostenere il progetto basterà visitare il sito www.eppela.com e cercare il progetto Crowd4Africa oppure donare tramite bonifico bancario sull’IBAN dedicato al progetto: IT97H0760103200001031167560 intestato all’Istituto Massimo.
Per ogni informazione visitate il sito www.crowd4africa.org.

2016-03-04T13:02:41+01:00